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La Pace deve essere un bene duraturo e va coltivata. Non la si può acquisire con le armi, con la paura come deterrente o facendone uno strumento negoziale e di ricatto solo quando le guerre già dilaniano per spartire potere.
La pace non alberga nella retorica dei governanti che si accusano a vicenda di non volerla perseguire, in una propaganda che ottenebra le coscienze e insulta l’intelligenza.
La pace non si costruisce con “nuovi ordini mondiali” e l'avanzare di militarizzazioni dei confini.
La pace non si ottiene con il colore rosso sangue dei territori occupati e con la negazione delle identità culturali dei popoli.
La pace rinnega le patrie, come luoghi di chiusure e di cinico orgoglio.
La pace ripudia l’indifferenza.
La pace rifiuta la spettacolarizzazione della violenza.
La pace rigetta le menzogne sulle vere intenzioni di chi fa le guerre.
La pace vuole la verità.
La pace vuole che la storia non sia solo storia di guerre e di conquiste.
La pace non vuole eroi che cadono sul campo di battaglia.
La pace si coltiva come il grano.
Se ne cercano i semi.
Si prepara il terreno, sul quale spargerli uniformemente in superficie (si dice debbano sentire le campane!), rastrellando solo un pò per coprire i chicchi.
Si attende con fiducia e trepidazione di vederli germogliare in una distesa di piccole piantine simile a un campo d’erba che si trasforma col tempo in un campo color oro di alte spighe.
Per non far crescere le erbacce occorre mietere nei tempi giusti e, con la trebbiatura, separare poi la granella dalla paglia e dalla pula.
La pace, come il grano, è il frutto dell'intero lavoro di un'annata.
La pace è il pane quotidiano guadagnato con il sudore e la fatica di uomini e donne, ma che fa sorridere i volti.

La convenzione delle donne per la pace vuole preparare il terreno per la semina di tante idee e progetti di pace che albergano come desideri/tesori in donne e uomini.
Chiama a raccolta intelligenze e sensibilità, che agiscono nelle comunità sotto l’egida dei colori dell’arcobaleno.

La Convenzione delle donne per la pace intende superare lo sconforto che nasce da speranze malriposte sul senso di responsabilità della cultura patriarcale.

La Convenzione delle donne per la pace ha le seguenti finalità:

  • Rintracciare i semi di pace presenti nella società civile e nelle istituzioni (associazioni, gruppi, movimenti di donne per la pace, donne degli enti locali e donne con importanti ruoli politici);
  • Preparare il terreno per la coltura attraverso un “patto” che preveda: - la diffusione della pedagogia e dell’etica pacifista attraverso la diffusione di testi di saggistica al femminile sulla pace e opere poetiche, artistiche e letterarie delle e nelle varie regioni d'Italia; - la proposizione e la progettazione di azioni e percorsi politici e sociali che vadano nella direzione della crescita pacifista;
  • Convocarsi periodicamente nel solstizio di primavera per confrontare “le spighe” di pace: l'impatto sulla società civile e nelle istituzioni del nostro agire per la pace culturale e politico.

La "Convenzione delle donne per la Pace" intende perseguire le sue finalità iniziando da un primo incontro in una città centrale d’Italia.

e invita le donne ad aderire firmando qui sotto nella componente messaggi o inviando l'adesione via email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per essere inserite.


Prime firmatarie

  • Maria Francesca Lucanto, Biblioteca delle Donne Bruzie
  • Roberta Ravello, Horse Angels
  • Anna Lombardo, poetessa
  • Liana Ayres, giornalista
  • Cristina Guarda, Europa Verde Veneto
  • Vittoria Ravagli, Gruppo Marija Gimbutas -Sasso Marconi
  • Maria Cristina Magri, giornalista
  • Silvia Allegri, giornalista
  • Antonella Doria, poeta
  • Germana Cremonesi, artista
  • Alma Carlevarino, artista
  • Margherita Giordano, studentessa universitaria
  • Annalisa Gasparre, avvocato
  • Anna Maria Frisina, funzionario
  • Laura Mascolo, avvocato

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