La World Association for Sexual Health (WAS), dal 1978, l'Associazione Mondiale per la Salute Sessuale (WAS) è stata la preminente organizzazione globale che si occupa di salute e diritti sessuali.

Promuove e sostiene la salute sessuale e i diritti sessuali lungo tutto l'arco della vita e in tutto il mondo, facendo avanzare il campo della sessuologia, della ricerca sulla sessualità, dell'educazione sessuale completa, dell'assistenza e dei servizi clinici, tutti informati da evidenza e ricerca scientifica.

L'ente organizza conferenze annuali e dai suoi dati emerge che il piacere sessuale femminile è ancora tabù, ribadendo che il pleasure gap, ossia la differenza nel raggiungimento dell’orgasmo fra i sessi, sopravvive.

A questo proposito, i numeri dell’Istituto Europeo per l’uguaglianza di genere (Eige) sono impietosi: al 2019, il 91% degli uomini dichiara di raggiungere sempre l’orgasmo contro uno sparuto 39% tra le donne.

Una discrepanza del 56% che non trova giustificato motivo scientifico, considerato che le donne, al contrario degli uomini, sono sulla carta multi-orgasmiche.

Il gap appare dunque di tipo culturale, anche se ci sono passi avanti da segnalare. Le donne sono sempre più consapevoli che è anche loro diritto ricercare il sesso appagnte e secondo vari siti che pubblicano statistiche, sono sempre più disposte a rinunciare alla monogamia, pur di avere il loro desiderio appagato.

Ad esempio, uno studio recente condotto in 6 paesi europei, Belgio, Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito, su un panel di oltre 6000 persone, mostra che più del 30% degli europei si sente sessualmente insoddisfatto all’interno della propria coppia.

I più frustrati risultano gli spagnoli (41%), seguiti dagli italiani (37%) che sono anche quelli che ammettono di sentirsi, più in generale, poco felici nelle loro relazioni (27%) contro una media europea del 79% di soddisfazione di coppia.

I dati sull’infedeltà

Il Covid, pandemia e restrizioni, hanno avuto un impatto negativo sulle coppie. Secondo la ricerca, negli ultimi 3 anni il tasso di infedeltà in Europa è cresciuto del +19%, passando dal 34.5% del 2019 al 41% del 2022.

Infedeltà femminile

Se nel 2019 “solo” il 36% ammetteva di aver tradito il partner, le intervistate infedeli salgono nel 2022 al 39% (+8%), in particolare in Italia e nel Regno Unito dove la percentuale passa dal 33% del 2019 al 41% del 2022 (+20%).

In generale, l’infedeltà femminile risulta ancora meno praticata rispetto a quella maschile (48%, la media europea), ma quello che lo studio rileva è come il fenomeno sia decisamente aumentato negli ultimi 3 anni arrivando a convergere con l’infedeltà maschile un po’ ovunque (in particolare nel Regno Unito, dove le due percentuali quasi si equivalgono – 39% uomini, 41% donne).

Il tradimento in Italia

L’Italia avrebbe il trofeo europeo dell’infedeltà con un tasso di traditori del 45%, che si mantiene stabile sin dal 2014.

L’infedeltà femminile in Italia passa dal 33% del 2019 al 41% del 2022 (+20%); cala, invece, quella maschile che scende dal 55% al 49% (-12%), portando i due tipi di infedeltà quasi alla pari.

Il legame tra tradimento e crescente insoddisfazione di coppia è testimoniato anche dalle altre ragioni indicate come alla base delle infedeltà commesse:

  • mancanza di appagamento sessuale con il partner (26%)
  • necessità di provare nuovamente sensazioni forti (29%)
  • voglia di mettersi di nuovo in gioco per appagare la propria autostima (21%)

Conclusioni

Questi dati sembrano dimostrare che il gap nella ricerca della soddisfazione sessuale tra uomini e donne si stia restringendo, almeno in Europa, dove l'emancipazione femminile ha permesso che la sessualità possa essere vissuta sempre più senza vergogna anche da parte delle donne.

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